I nazisti usavano un linguaggio in codice ed eufemismo per mascherare atti di terrore, brutalità, distruzione e omicidio. Il termine “Soluzione finale” (Endlösung) si riferiva al loro piano per annientare il popolo ebraico. È chiaro dalla conferenza di Wannsee nel gennaio 1942 che la soluzione finale della questione ebraica fu pianificata in modo meticoloso da funzionari nazisti di un gran numero di dipartimenti governativi. Ciò non sarebbe potuto accadere senza la conoscenza e l’approvazione di Hitler. Molti accademici ritengono che l’ordine per l’uccisione di tutti gli ebrei non sia mai stato messo per iscritto, ma sia stato comunicato verbalmente da Hitler a leader nazisti di alto rango come Hermann Göring. Dopo la guerra, Göring ha fornito prove in tal senso al suo processo per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Alla fine di luglio 1941, Göring aveva autorizzato Reinhard Heydrich a pianificare l’attuazione di una “soluzione completa della questione ebraica”. L’omicidio di massa degli ebrei fu il culmine di un decennio di intensa denigrazione e persecuzione sanzionate dallo stato.
Nel luglio 1941, un mese dopo l’invasione dell’ex Unione Sovietica, Hitler diede a Heinrich Himmler la responsabilità di sorvegliare tutta la sicurezza misure nelle aree recentemente conquistate dell’Unione Sovietica. Ciò includeva l’autorità di eliminare, con qualunque mezzo riteneva necessario, qualsiasi minaccia percepita al dominio tedesco. Himmler ha inviato rapporti scritti a Hitler sul numero di persone giustiziate dalle SS come “nemici del Reich”, compreso il numero di civili ebrei uccisi da sparatorie di massa.