La villanelle è una poesia altamente strutturata composta da cinque terzine seguite da una quartina, con due rime ripetute e due ritornelli.
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Regole della forma Villanelle
La prima e la terza riga della terzina iniziale si ripetono alternativamente nelle ultime righe delle stanze successive; poi nella strofa finale, il ritornello funge da due righe conclusive della poesia. Usando le maiuscole per i ritornelli e le lettere minuscole per le rime, la forma potrebbe essere espressa come: A1 b A2 / ab A1 / ab A2 / ab A1 / ab A2 / ab A1 A2.
Storia della forma Villanelle
Per quanto possa sembrare strano per una poesia con uno schema di rime così rigido, la villanella non è iniziata come una fissa forma. Durante il Rinascimento, la villanella e il villancico (dall’italiano villano, o contadino) erano canti di danza italiani e spagnoli. I poeti francesi che chiamavano le loro poesie “villanelle” non seguivano schemi, rime o ritornelli specifici. Piuttosto, il titolo implicava che, come le canzoni da ballo italiane e spagnole, le loro poesie parlavano di temi semplici, spesso pastorali o rustici.
Mentre alcuni studiosi ritengono che la forma come la conosciamo oggi sia esistita da allora nel XVI secolo, altri sostengono che solo una poesia rinascimentale sia stata scritta in quel modo: “Villanelle” di Jean Passerat, o “J’ay perdu ma tourterelle”, e solo alla fine del XIX secolo la villanella è stata definita come una forma fissa dal poeta francese Théodore de Banville.
Indipendentemente dalla sua provenienza, il la forma non ha preso piede in Francia, ma è diventata sempre più popolare tra i poeti che scrivono in inglese. Un eccellente esempio della forma è “Do not go soft into that good night” di Dylan Thomas.
I poeti contemporanei non si sono limitati ai temi pastorali originariamente espressi dalle villanelle a forma libera del Rinascimento, e hanno allentato la forma fissa per consentire variazioni sui ritornelli. “One Art” di Elizabeth Bishop è un altro esempio ben noto; altri poeti che hanno scritto villanelle includono W. H. Auden, Oscar Wilde, Seamus Heaney, David Shapiro e Sylvia Plath.
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