Ishtar, (accadico), inanna sumera, nella religione mesopotamica, dea della guerra e dell’amore sessuale. Ishtar è la controparte accadica della dea semitica occidentale Astarte. Inanna, un’importante dea nel pantheon sumero, venne identificata con Ishtar, ma non è chiaro se Inanna sia anche di origine semitica o se, come è più probabile, la sua somiglianza con Ishtar abbia causato l’identificazione dei due. Nella figura di Inanna sembrano essersi combinate diverse tradizioni: a volte è figlia del dio del cielo An, a volte sua moglie; in altri miti è figlia di Nanna, dio della luna, o del dio del vento, Enlil. Nelle sue prime manifestazioni era associata al magazzino e quindi personificata come la dea dei datteri, della lana, della carne e del grano; i cancelli del magazzino erano il suo emblema. Era anche la dea della pioggia e dei temporali, che portava alla sua associazione con An, il dio del cielo, ed era spesso raffigurata con il leone, il cui ruggito somigliava a un tuono. Il potere a lei attribuito in guerra potrebbe essere derivato dalla sua connessione con le tempeste. Inanna era anche una figura di fertilità e, come dea del magazzino e sposa del dio Dumuzi-Amaushumgalana, che rappresentava la crescita e la fecondità della palma da dattero, era caratterizzata come giovane, bella e impulsiva, mai come compagna o madre. A volte viene indicata come la Signora dei gruppi di datteri.
La principale eredità di Ishtar dalla tradizione sumera è il ruolo della figura della fertilità; si è evoluta, tuttavia, in un personaggio più complesso, circondato nel mito dalla morte e dal disastro, una dea dalle connotazioni e forze contraddittorie: fuoco e spegnimento del fuoco, gioia e lacrime, fair play e inimicizia. L’accadico Ishtar è anche, in misura maggiore, una divinità astrale, associata al pianeta Venere. Con Shamash, il dio del sole, e Sin, il dio della luna, forma una triade astrale secondaria. In questa manifestazione il suo simbolo è una stella con 6, 8 o 16 raggi all’interno di un cerchio. Come dea di Venere, che si dilettava dell’amore fisico, Ishtar era la protettrice delle prostitute e la protettrice della birreria. Parte del suo culto includeva probabilmente la prostituzione nel tempio. La sua popolarità era universale nell’antico Medio Oriente e in molti centri di culto probabilmente includeva numerose dee locali. Nel mito successivo era conosciuta come Queen of the Universe, assumendo i poteri di An, Enlil ed Enki.