La distruzione della Columbia seguita da quasi esattamente 17 anni la perdita di Challenger in un incidente di lancio il 28 gennaio 1986. Ironia della sorte, la causa della catastrofe della Columbia fu presto determinata anche per il lancio. Le pellicole hanno mostrato che un pezzo di schiuma isolante si è staccato dal serbatoio esterno del propellente e ha colpito il bordo d’attacco dell’ala sinistra circa 81 secondi dopo il decollo. Pezzi di schiuma si erano staccati nelle missioni passate senza gravi incidenti e, al momento del lancio della Columbia, gli ingegneri della National Aeronautics and Space Administration (NASA) non pensavano che la schiuma trasportasse abbastanza slancio da causare danni significativi. Infatti, come dimostrato nei test post-incidente, la schiuma era in grado di perforare un grande foro nelle tegole isolanti rinforzate in carbonio-carbonio che proteggevano il naso della navetta e i bordi d’attacco dell’ala dal calore estremo del rientro atmosferico. Sebbene alcuni ingegneri avessero voluto che telecamere a terra scattassero foto della navetta in orbita per cercare danni, la richiesta non è arrivata ai funzionari giusti.
Durante il rientro atmosferico della Columbia, gas caldi penetrarono nella sezione delle piastrelle danneggiate e sciolto i principali elementi strutturali dell’ala, che alla fine è crollato. I dati del veicolo hanno mostrato temperature in aumento all’interno delle sezioni dell’ala sinistra già alle 8:52, anche se l’equipaggio era a conoscenza della loro situazione forse solo per un minuto circa prima che il veicolo si disgregasse. Successive indagini della NASA e dell’indipendente Columbia Accident Investigation Board hanno scoperto una serie di carenze gestionali, oltre al motivo tecnico immediato (scarso controllo di produzione dell’isolamento del serbatoio e altri difetti), che ha permesso che l’incidente si verificasse.
Il risultato più palpabile dell’incidente è stato il radicamento delle restanti tre navette: Discovery, Atlantis ed Endeavor (le ultime costruite per sostituire Challenger), fino a quando la NASA e i suoi appaltatori non potevano sviluppare mezzi per prevenire incidenti simili, che includevano kit per le riparazioni in orbita.
L’assemblea della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in orbita terrestre è stata sospesa dopo l’incidente della Columbia fino alla ripresa dei voli dello shuttle. Ricerche limitate sulla ISS sono state condotte ruotando equipaggi di due persone lanciati sulla navicella spaziale russa Soyuz. Lo shuttle non è tornato nello spazio fino alla missione STS-114, lanciata il 26 luglio 2005.