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L’angiografia cerebrale è una forma di angiografia che fornisce immagini dei vasi sanguigni all’interno e intorno al cervello, consentendo così il rilevamento di anomalie come malformazioni artero-venose e aneurismi.È stata introdotta nel 1927 dal neurologo portoghese Egas Moniz presso l’Università di Lisbona , che ha anche contribuito a sviluppare il thorotrast da utilizzare nella procedura.
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Tipicamente un catetere viene inserito in una grande arteria (come l’arte femorale ry) e attraversato il sistema circolatorio fino all’arteria carotide, dove viene iniettato un mezzo di contrasto. Viene eseguita una serie di radiografie mentre il mezzo di contrasto si diffonde attraverso il sistema arterioso del cervello, quindi una seconda serie quando raggiunge il sistema venoso.
Prima degli anni ’70 la tecnica tipica prevedeva una puntura con ago direttamente nel l’arteria carotide, come raffigurato nel film horror del 1973 The Exorcist, che è stato sostituito dall’attuale metodo di infilare un catetere da un’arteria distante a causa di complicazioni comuni causate da un trauma all’arteria nel sito di puntura nel collo (in particolare ematomi di collo, con possibile compromissione delle vie aeree).
Per alcune applicazioni l’angiografia cerebrale può produrre immagini migliori rispetto a metodi meno invasivi come l’angiografia con tomografia computerizzata e l’angiografia a risonanza magnetica. Inoltre, l’angiografia cerebrale consente a determinati trattamenti di essere eseguita immediatamente, sulla base dei suoi risultati. Negli ultimi decenni, l’angiografia cerebrale ha così assunto una connotazione terapeutica grazie all’elaborazione di tec terapeutiche endovascolari hniques. L’embolizzazione (tecnica chirurgica minimamente invasiva) nel tempo ha giocato un ruolo sempre più significativo nel trattamento multimodale dei MAV cerebrali, facilitando il successivo trattamento microchirurgico o radiochirurgico. Un altro tipo di trattamento possibile con l’angiografia (se le immagini rivelano un aneurisma) è l’introduzione di bobine metalliche attraverso il catetere già in posizione e manovrato nella sede dell’aneurisma; nel tempo queste bobine incoraggiano la formazione di tessuto connettivo nel sito, rafforzando le pareti dei vasi.
In alcune giurisdizioni, è necessaria l’angiografia cerebrale per confermare la morte cerebrale.
Prima dell’avvento del moderne tecniche di neuroimaging come la risonanza magnetica e la TC a metà degli anni ’70, le angiografie cerebrali venivano spesso impiegate come strumento per dedurre l’esistenza e la posizione di determinati tipi di lesioni ed ematomi cercando lo spostamento vascolare secondario causato dall’effetto di massa correlato a questi condizioni. Questo uso dell’angiografia come strumento di valutazione indiretta è oggigiorno obsoleto in quanto sono disponibili metodi diagnostici moderni non invasivi per visualizzare direttamente molti tipi di anomalie intracraniche primarie. Tuttavia è ancora ampiamente utilizzato per valutare vari tipi di patologie vascolari all’interno del cranio.